La scoperta delle strutture superstiti del tempio, che sorgeva accanto all’arco di Druso e Germanico, si deve all’archeologo spoletino Giuseppe Sordini, che nel 1900 cominciò a riportarne in luce lo stilobate, ovvero il basamento.
L’edificio originario, la cui dedica è tuttora ignota, si data al I secolo d.C. ed era uno dei monumenti principali che si affacciavano sul foro, l’odierna Piazza del Mercato. Esso consisteva in un’ampia cella rettangolare preceduta da un pronao, nella quale si accedeva attraverso una scalinata che collegava il piano del foro allo stilobate.
Dalla Via dell’Arco di Druso è possibile oggi percorrere un tratto del cardo maximus, con pavimentazione originale romana, che fiancheggia i resti di tale antico tempio, consistenti in un tronco di colonna del pronao, nello stilobate e in un frammento scolpito della trabeazione marmorea.
L’Umbria, Manuali per il Territorio, Spoleto, Roma 1978, L. Di Marco, Spoletium. Topografia ed urbanistica
Museo Archeologico di Spoleto. La formazione della città dalle origini al Municipio (90 a.C.). Le sculture del Teatro Romano. Perugia, 2008; Museo Archeologico di Spoleto. Dal municipio all'età imperiale. Perugia, 2009; Morigi, Alessia Spoleto romana. Topografia e Urbanistica. Oxford, 2003