La chiesa attuale, originariamente dedicata al Salvatore, fu edificata fra la seconda metà del XIII e i primi anni del XIV secolo in stile gotico locale, ed annessa al convento domenicano già eretto nel 1247.
All’esterno la struttura muraria è ravvivata da fasce bianche e rosa che creano un effetto riscontrabile in altre chiese umbre quali Santa Chiara di Assisi e Santa Prassede di Todi. La semplice facciata è disadorna del rosone, che non fu mai realizzato, mentre nel fianco destro si apre un grande portale con colonnine a fascio, nella cui lunetta è un dipinto raffigurante il Salvatore, opera di Perino Cesarei datata 1591.
L’interno presenta lo schema consueto delle chiese degli ordini mendicanti: un’unica navata con ampio transetto e una tribuna sulla quale si aprono cappelle. Numerosi sono gli affreschi di varie epoche che decorano la chiesa, molti dei quali frammentari a causa degli interventi di rinnovamento cinquecenteschi e seicenteschi.
Tra i dipinti su tela spiccano una Trasfigurazione, copia del celebre dipinto raffaellesco attribuita al Cavalier d’Arpino e, nel transetto destro una pala del celebre pittore parmense Giovanni Lanfranco, raffigurante la Madonna col Bambino e sante.
In una delle cappelle di sinistra della tribuna è conservata la celebre reliquia del sacro chiodo, proveniente dalla Croce di Cristo.
L’Umbria, Manuali per il Territorio, Spoleto, Roma 1978